Bagnaia

HomeBorghiBagnaia

Descrizione

Ai piedi dei Monti Cimini, a pochi passi da Viterbo, di cui è frazione, sorge l’accogliente borgo di Bagnaia, scelto da Vescovi e Papi, da tanti secoli a questa parte, come luogo di villeggiatura e riposo. È, inoltre, strada di passaggio dei pellegrini, che percorrono la via Francigena.


Cenni storici


Bagnaia viene nominata per la prima volta già prima dell’anno Mille. Durante il Medioevo, il nucleo abitativo inizia a svilupparsi all’interno delle mura, in ciò che oggi è chiamata “Bagnaia di dentro”. Nel XIII secolo il Papa la donò al Vescovo di Viterbo, ma non vi fu mai costruita una residenza vescovile. Già dall’Alto Medioevo, iniziarono a comparire nel paese, strutture architettoniche degne di nota, ma il clou si ebbe nel Rinascimento, allorché iniziò a svilupparsi anche “Bagnaia di fuori”, e i lavori di costruzione di Villa Lante vennero portati a termine, con l’intercessione di Cardinal Gambara. L’assetto urbanistico cambiò, per opera dell’architetto senese Tommaso Ghinucci: Piazza XX Settembre venne rimodellata, prendendo come esempio, Piazza del Popolo di Roma e, le facciate degli edifici che davano sulla piazza, vennero arricchite con stemmi papali.


Feste ed eventi


Oltre ai percorsi riguardanti la Via Francigena e le passeggiate che coinvolgono i Monti Cimini, il calendario degli eventi è ricco di storia e tradizione. Durante il venerdì santo va in scena la sentita Processione del Cristo Morto, con i figuranti in abiti d’epoca romana, che seguono il Cristo flagellato e claudicante, lungo il percorso indicato dalle fiaccole, al suono dei tamburi, fino a Villa Lante, dove viene crocifisso. Al seguito, la bara del Cristo Morto, viene trasportata, seguita dalla statua della Madonna Addolorata e altri 18 quadri plastici, in questa suggestiva Via Crucis.


Ad Agosto, durante la Sagra degli Stracci, si festeggia San Rocco, con funzioni religiose, stand gastronomici, giochi popolari e tanta musica.


A Gennaio, tiene banco il Sacro Fuoco di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, al quale viene dedicato il celebre “focarone”, un falò alto oltre i 5 metri che rischiara la notte, in un tripudio di musica e balli. Durante la festa si svolgono i giochi popolari e vengono aperti gli stand gastronomici, dove degustare cioccolata calda e i tradizionali “cavallucci”, preparati dalle signore, secondo la tradizione locale.


Anche il palato vuole la sua parte


Non ce ne vogliate se iniziamo con i dolci: tipica delle festività pasquali è la Pizza di Pasqua, la cui forma ricorda vagamente un panettone, anche se l’impasto di farina, strutto, anice, cannella e zucchero, viene arricchito con altri ingredienti, secondo la famiglia che lo prepara (buccia di limone, arancia, vaniglia, liquori vari), così da avere dolci tradizionali, ma sempre con un proprio “marchio di fabbrica”. Con l’impasto avanzato si preparano “il Barcone” e “la Scarsella” dolci a forma di pupazzo o borsa, per il diletto dei piccini; Per la festa di San Rocco, si prepara la caratteristica Ciambella, con anice, cannella e un ingrediente “segreto” che varia da famiglia a famiglia; sotto il periodo natalizio, invece, sono squisiti i Tozzetti, dolci di media durezza, a base di nocciole, serviti con vino rosso o Vin Santo, anche se, sulle tavole, non mancano mai i tradizionali “Maccheroni con le noci” che consiste in un tortino di tagliatelle con cacao e noci.


Continuando a leggere un ideologico menu al contrario, tra i secondi piatti, non possiamo ignorare le “patate ca’ carne”, un piatto che affonda le sue radici nella storia del borgo, preparato con cubotti di carne e patate, fatte stufare a fuoco lento; la “porchetta”, che nell’alto Lazio, viene aromatizzata col finocchietto selvatico, al contrario di romani e toscani, che la aromatizzano col rosmarino; quando si cuoce il maiale in porchetta, si è soliti mettere, sotto di esso, una teglia contenente gli scarti meno nobili dell’animale, come le orecchie, le zampette, la trippa e la coda, che raccolgono tutto il grasso di cottura, creando così un piatto dal sapore intenso, chiamato “Piattella”, molto richiesto e venduto, in genere, su ordinazione; infine, siccome del maiale non si butta via nulla, segnaliamo un insaccato tipico del viterbese: la “coppa”, che non c’entra nulla con quella del Nord Italia (che al Centro è conosciuta come capocollo). La coppa viterbese è costituita dalla carne della testa del maiale, fatta bollire e poi condita con spezie varie, che le conferiscono un sapore unico.


Concludiamo questo viaggio nel gusto con la pasta tipica: gli “stracci”. Questa pasta, fatta in casa con acqua e farina, viene strappata a mano e stracciata in pezzi di varia forma e dimensione, poi condita con sugo di maiale e pecorino. A cottura ultimata, le signore bagnaiole, sono solite togliere una parte dell’acqua di cottura, sostituendola con quella fredda e sale grosso, che aiutano a togliere il carattere scivoloso della pasta.


Borghi limitrofi


Vitorchiano (6 km), Soriano nel Cimino (12 km), Grotte Santo Stefano (14 km), Bomarzo (14 km), Celleno (17 km), Civita di Bagnoregio (27 km), Bassano in Teverina (16 km), Attigliano (21 km), Canepina (10 km), Vallerano (14 km), Vignanello (15 km), Caprarola (19 km), Carbognano (20 km), Fabrica di Roma (21 km), Ronciglione (22 km), San Martino al Cimino (11 km), Tobia (12 km), Tre Croci (16 km), Vetralla (22 km).


Contatti utili


Pro Loco Bagnaia - Piazza XX Settembre – tel. +39 351 521 3387


Ufficio Turismo Viterbo - Piazza Martiri d'Ungheria - Telefono: +39 0761 226427

Dove si trova

I punti d'interesse