di epoca romana, costruito tra il II e il I secolo a.C., rappresentava, fino a metà Ottocento, l’unico accesso alla Valle. Alto 25 metri, si presenta con un’unica arcata in pietra e delle chiavi in ferro per consolidare la struttura; ai suoi piedi sono visibili i solchi scavati nella roccia viva, per l’impalcatura di legno, necessaria alla costruzione della campata. Secondo la leggenda, San Martino che doveva attraversare il torrente Lys, per tornare alla sua diocesi, si trovò bloccato sulla riva perché la piena del torrente aveva affondato la passerella; comparse allora il Diavolo che propose la costruzione del ponte in una notte, in cambio dell’anima del primo che avesse attraversato il ponte. L’indomani San Martino, ad opera conclusa, gettò un pezzo di pane oltre il ponte e un cagnolino affamato lo attraversò per andare a prenderlo, estinguendo, così, il patto. Il Demonio, abilmente raggirato, tornò, infuriato, negli Inferi, tra fulmini e nuvole di zolfo. Questa immagine rivive ogni anno, la sera di martedì grasso, quando si festeggia la chiusura del Carnevale, con il “Rogo del Diavolo”, proprio sotto al ponte.

Costruito tra Ottocento e Novecento, per volere del dottor Pietro Baraing, figura importante del luogo, venne donato verso gli anni ’30 al Comune, che ne fece la sede dei propri uffici. Dopo un periodo di abbandono, venne ristrutturato per ospitare la sede della Comunità Montana Mont Rose.

Venne costruita per ospitare i signori del luogo, già dalla fine del XV secolo. Ristrutturato nel 2012, è oggi sede di un museo e di un polo culturale.

Castellaccio

venne costruito, tra il XII e il XIV secolo, su un’altura morenica, perché da lì si poteva avere a vista, la Torre di Pramotton, sita nel Comune di Donnas, e le altre strutture limitrofe, per l’invio di segnali luminosi, a scopi difensivi. Già verso il XVI secolo venne abbandonato perché inabitabile e usato solo come arrocco. Costituito originariamente da un mastio a pianta esagonale e mura di cinta irregolari, oggi è una struttura diroccata, recintata per questioni di sicurezza, di cui sono visibili solo alcuni resti della cappella e della cucina, laddove la vegetazione ha avuto pietà del vecchio maniero. Esistono dei percorsi per avvicinarsi, che partono dall’area di Bousc Darè, ma sono sentieri poco battuti, in mezzo alla boscaglia, difficili e, a volte, a strapiombo, senza protezioni, che sconsigliamo vivamente.

Area pic-nic di Bousc Darè

E' un’area verde attrezzata con tavoli, servizi igienici e fornelli, per consentire alle famiglie e ai singoli, di trascorrere dei piacevoli momenti, mangiando cibo sano in mezzo al verde. Si raggiunge, percorrendo per circa 2 km, la strada regionale che da Pont Saint Martin, sale verso Perloz.